Plastico della villa © Archivio Dante Bini
Qui Antonioni trascorreva i mesi circondandosi di libri e sceneggiature a cui lavorare, dall'estate fino all'autunno inoltrato, da solo o con gli amici illustri, come lo sceneggiatore Tonino Guerra e il maestro del cinema Andrej Tarkovskij.
La residenza, una volta ceduta la proprietà da parte prima di Monica Vitti ed in seguito da Antonioni e la futura moglie Enrica Fico, venne abbandonata al suo destino. Dimenticata, isolata, talvolta incompresa, oggi rimane un’affascinante e decadente presenza che si consuma in solitudine.
De Rebus Sardois nel 2020 lancia una petizione online destinata al Fai, istituzioni e proprietari, per provare a salvarla da abbandono e incuria, proponendo dei possibili progetti di riqualifica.
Trascorso un anno e in occasione del cinquantennio del completamento dell'edificio (1971-2021), l’esposizione
vuole celebrare la sua memoria artistica e architettonica attraverso una mostra fotografica che ripercorre i momenti più significativi dalla progettazione ad oggi, grazie al contributo dell’archivio Bini, il film La Cupola del regista tedesco Volker Sattel, il video-saggio Lo Spazio e l'Architettura nel Cinema di Antonioni del critico cinematografico Stefano Santoli e materiale proveniente da cineteche ed archivi italiani e stranieri.