Parliamo di quasi duecento abitazioni disegnate in perfetto dialogo col territorio circostante, caratterizzato da rocce millenarie e scogliere granitiche. Sono proprio queste ultime che rappresentano una costante nel lavoro di Ponis, una inesauribile fonte di ispirazione.
“Se un terreno è attraversato dal 50% di rocce varie e dall’altra metà pulita, sicuramente la maggior parte dei miei colleghi metterebbe la casa nella parte pulita, per non avere impicci [...] io vado a mettermi parzialmente sulla parte rocciosa senza toccarle, mettendomici sopra, ma senza demolirle, ma al massimo incorporandole e inglobandole nei muri, come se cercassi una specie di parentela, un specie di attestato di vecchia appartenenza al posto [...]. La casa si aggrappa alle rocce, diventano elemento di appoggio e parte di essa”. [...] “è come la pelle rugosa di un animale preistorico e questo si sente”.