Terra Cruda: da antica tecnica a nuovo modello architettonico
Conosciuta sin dagli albori dell’umanità, la terra cruda o adobe è stato il materiale da costruzione più utilizzato al mondo. Per scoprire le origini di questo materiale bisogna andare indietro di 10.000 anni nel Vicino Oriente, precisamente nella città di Gerico, dove si insediarono i primi villaggi della storia dell’uomo.
Diffusasi nel tempo in molti paesi del mondo, è ancora oggi utilizzata da un terzo della popolazione mondiale. Impiegata nelle comunità rurali dell’Africa e del Medio Oriente, per queste popolazioni costruire in terra cruda significa partecipare fisicamente e spiritualmente ad un rituale collettivo che unisce l’uomo alla natura. Ogni partecipante esprime la propria personalità creando elementi decorativi e forme, spesso erotiche e sensuali, dove la terra, considerata da sempre un elemento di fertilità, diventa un simbolo di sensualità.
*Photos 1-4: Down to earth: adobe architecture, an old idea, a new future: based on an exhibition at the Centre Georges Pompidou, by Jean Dethier, Publisher Facts on File Inc, New York, 1983
Esistono circa una ventina di tecniche diverse per costruire con la terra, quelle più diffuse sono la pisé de terre e l’adobe. La prima è usata per la costruzione di muri e pareti, realizzati attraverso l’inserimento di un composto di terra, acqua e paglia all’interno di casseforme di legno che daranno la forma del muro. La seconda, invece, è adoperata per la creazione di mattoni a base di sabbia, argilla, acqua e fibre vegetali, poi fatti essiccare al sole dentro appositi stampi di legno.
Esistono circa una ventina di tecniche diverse per costruire con la terra, quelle più diffuse sono la pisé de terre e l’adobe. La prima è usata per la costruzione di muri e pareti, realizzati attraverso l’inserimento di un composto di terra, acqua e paglia all’interno di casseforme di legno che daranno la forma del muro. La seconda, invece, è adoperata per la creazione di mattoni a base di sabbia, argilla, acqua e fibre vegetali, poi fatti essiccare al sole dentro appositi stampi di legno.
The Stopplaere House, by Hassan Fathy, 1950, Egypt
Riscoperto a fine degli anni Settanta per le sue qualità green, l’architettura in terra cruda oggi torna a risplendere grazie un lavoro di valorizzazione da parte di architetti e accademici. In Sardegna sono nate diverse associazioni che si occupano di portare avanti la promozione e tradizione del làdiri, ovvero il mattone a base di argilla utilizzato sin dall’epoca dei nuraghi; alla Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari si studiano le tecniche di costruzione e si organizzano workshop per l’apprendimento pratico della materia.
Questo interesse diffuso nasce dalla necessità di ritornare a delle pratiche edilizie ecosostenibili. Sono tante infatti le caratteristiche che rendono questo tipo di architettura un materiale da privilegiare all’abusato cemento: 100% naturale, riciclabile, economico e sostenibile.
Fonti:
Jean Dethier, Down to earth:adobe architecture, an old idea, a new future: based on an exhibition at the Centre Georges Pompidou, Edizioni Facts on File Inc, New York, 1983;Romero Orlando, Adobe : building and living with earth, EdizioniHoughton Mifflin, Boston, 1994